Una scansione ottica delle foto pubblicate, coadiuvata da un programma che sfrutta la tecnologia dell’apprendimento automatico. La piattaforma social più usata dai teenager e giovanissimi, Instagram, corre ai ripari per individuare eventuali immagini pubblicate dagli utenti e i cui contenuti possano avere a che fare con atti di bullismo. Dopo il filtro che impedisce parole “forti” nelle didascalie, la piattaforma si adopera per evitare che anche Instagram possa essere sporcata dalla cyber-violenza.

Ad oggi, infatti, è molto semplice imbattersi in foto e video che ritraggono episodi di violenza assoluta. Risse, ma anche veri e propri assalti a giovani più deboli, presi di mira da gruppi di bulli. Picchiatori che si fanno immortalare dagli amici, pronti a filmare il tutto con i propri cellulari, con il fine ultimo di rendere pubbliche le immagini, e schernire ulteriormente chi ha subìto violenza.

Come funziona.

Il lettore ottico, una volta individuate le immagini di sospetto bullismo, le “dirotta” a un gruppo di esperti. Qualora dovesse essere ravvisata la natura offensiva delle foto, si passa alla rimozione automatica delle stesse. Secondo quanto appreso, pare che oggi il sistema di sicurezza riguardi solo le fotografie, ma sembra che in tempi relativamente stretti Instagram possa arrivare a gestire anche i filtri sui video.

I parametri sui quali si basa l’eventuale rimozione di un’immagine fanno riferimento ad attacchi all’aspetto o al modo di essere di una persona, o alla minaccia del benessere e della saluta dell’uomo. Non si tratta solo di messaggi oltraggiosi o denigratori, perché il cyberbullismo è un vasto contenitore che può racchiudere i più svariati fenomeni. Come ad esempio il sexting, che avviene quando si postano immagini con riferimenti sessuali espliciti, o ancora il bodyshaming, ossia quella pratica psicologica che induce una persona a provare vergogna per il proprio corpo, per sé stesso in generale.

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